Daniela Scapoli

Sono una web writer: curo le parole che parlano di te e di quel che fai

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Daniela Scapoli

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giugno 28, 2018 by Daniela Scapoli (0)

Freelancecamp e altre cose

Sono stata al Freelancecamp di Marina Romea e ho anche parlato. L’argomento lo conosco bene, è il cliente fisso e come mantenere una relazione duratura e soddisfacente per tutti senza cadere nella trappola “me lo tengo perché è un’entrata fissa che fa comodo”, che se gratti nasconde la scritta “vorrei mollarlo ma non posso” che a sua volta fa cadere il presupposto dell’essere liberi professionisti.

Comunque: ecco lo speech:

Di tutto questo breve intervento sottolineo tre cose:

  • Citando Enrico Marchetto che lo ha scritto da qualche parte su Facebook o Twitter: ogni tanto bisogna essere anche bravi a dire sì ai clienti. Significa un po’ mettere paletti, un po’ essere flessibili e un lavoro a lungo termine te lo insegna parecchio
  • Trovarsi un referente, project manager o persona con cui parlare: vale per i rapporti a lungo termine, in particolare se si lavora con un’azienda strutturata perché come freelance abbiamo bisogno di non essere travolti da mille esigenze magari anche in conflitto. C’è spazio per tutti, ma passando dal filtro del referente. Lo stesso, potrei dire, vale anche per i progetti con data di scadenza a breve termine, se le persone coinvolte sono molte: se hai chi ti fa da riferimento lavori meglio. Nel mio caso, spesso questa persona è Tatiana Schirinzi.
  • Gustare il bello di potersi permettere qualche breve periodo di lavoro esclusivo con il cliente fisso, ma con l’occhio sempre puntato ad altro: altrimenti siamo dei dipendenti con la partita IVA e non mi sembra un bene in quasi nessun caso.

L’antilingua e il lavoro di noi che scriviamo per lavoro

Sono un po’ afflitta da alcune cose che ho letto – non sono parte del mio lavoro ma interessi personali – e che mostrano ancora una tosta antilingua. La tentazione, che è una reazione, è di aggredire tutti i testi che mi passano sotto mano con sverniciate di penna rossa.

La verità è che invece molti clienti scrivono bene e sono consapevoli di come e cosa vogliono comunicare, e che le relazioni tra me che faccio questo lavoro e il mio cliente non è così diretta né così semplice da poter essere risolta imponendomi su tutti i testi che mi mette sotto il naso: se l’antilingua è un rigurgito incontrollato e inconsapevole, le revisioni diventano un batti e ribatti, e se spesso io sono troppo aggressiva quando scrivo o edito, alla fine spetta a me che sono il consulente riuscire a mediare, trovare la via tra quel che penso sia il mio lavoro e le esigenze e le resistenze del mio cliente.

Anche questo si impara scrivendo per lavoro: scrivendo per i clienti si diventa web writer migliori e si impara ad ascoltare e capirsi davvero.

In ogni caso: Come non scrivere (grazie a Rosalba per avermelo segnalato).

aprile 27, 2018 by Daniela Scapoli (0)

SEO Architetture il 4 maggio a Firenze: UX e SEO

La felicità è una costante nelle idee e nelle proposte di Tatiana Schirinzi, la consulente SEO che accompagno spesso in progetti che coinvolgono più freelance: felici noi liberi professionisti, felici i clienti e felici soprattutto le persone che trovano le aziende su Google e poi ne diventano clienti. Mi piace quando le cose si tengono insieme, funzionano e i numeri parlano, perché anche per noi che scriviamo sono l’unica misura del successo di quel che facciamo e indicatori preziosi per migliorarsi sempre.

La SEO e l’architettura delle informazioni sono al centro di SEO Architetture (4 maggio 2018 a Firenze) dove ci sarò anche io insieme a Nydia, Simone e Simona, a parlare e far esercitare gli iscritti al nostro workshop sulla scrittura e il web design: spero sia una occasione nella quale riflettere una volta di più sul fatto che la scrittura non è un fatto che avviene in un vuoto ma si progetta e crea in funzione del pubblico, del contesto e degli obiettivi che ci dobbiamo dare per forza.

È tutto chiaro nella descrizione di SEO Architetture, parte di Architecta Day 2018 e uno degli eventi previsti per la giornata in cinque città diverse: a Firenze si parlerà di incontrare i clienti ideali, cioè di farsi trovare con la SEO e poi farsi scegliere anche attraverso l’architettura delle informazioni e la user experience e sarà proprio Tatiana, in apertura, a parlare della storia del legame tra SEO e architettura delle informazioni.

La felicità, per me che sono parte di questo lavoro di costruzione di percorsi e relazioni, si lega in modo intimo al mio modo di percepire la scrittura professionale come una tecnica dai rami lunghi ed estesi, che parte dalla capacità di ascoltare e far emergere delle strategie insieme a colleghi che fanno la loro parte di lavoro per poi veicolare lo sforzo comune anche attraverso i contenuti scritti bene, quel mix di design, costruzione del testo e scelta degli argomenti e delle parole che parleranno davvero alle persone giuste portandole a fare quello che ci aspettiamo e abbiamo deciso: l’iscrizione alla newsletter, la richiesta di informazioni, l’acquisto.

È bellissimo essere consapevoli di aver scritto una cosa bella, è ancora più bello trovarsi davanti a Google Analytics che ti dice quanto la tua cosa bella sia anche una cosa che funziona.

Spero che SEO Architetture sia per tutti l’occasione di sentirsi capaci di progettare allargando lo sguardo per incrociarlo con quello dei nostri colleghi e poi dei nostri clienti: beneficiamo tutti di progetti ben costruiti e ne beneficia molto la scrittura che è sempre meno Cenerentola, bella ma un po’ decorativa, e sempre più parte integrante di un processo che porta valore vero.

 

 

 

agosto 16, 2017 by Daniela Scapoli (0)

Chiamarsi web writer

Una volta, al liceo, una mia compagna disse in giro che ero molto brava in inglese perché lei aveva visto a casa mia un sacco di libri di esercizi completati da cima a fondo, come a dire che da qualche parte quella bravura doveva pur spuntare fuori. Non era vero e a chi mi riportò il pettegolezzo dissi che si era inventata tutto, e che in fondo non c’era nulla di male se a me l’inglese veniva così, benissimo senza alcuno sforzo particolare.

Con il senno di poi, avrei dovuto lasciarla dire e insistere sul fatto che ero brava proprio perché l’inglese lo avevo studiato e avevo riempito quaderni di esercizi ma, quando hai 16 o 17 anni, secchiona è l’unica cosa che non vuoi sembrare. Adesso mi fa sentire le stesse strane vibrazioni il pensiero che per diventare bravi web writer serva per prima cosa il talento e poi più o meno tutto venga da sé. La conseguenza diretta di questo ragionamento porta dalle parti del ma in fondo cosa ci metti*.

Secondo me più siamo, meglio è, quindi incoraggio chi ha in mente di darsi al web writing, business writing o altro, a farlo senza indugio, soprattutto adesso che con Internet c’è la possibilità di crearsi una formazione di alto livello in gran parte gratis. Scoraggio però il pensiero che ci voglia soprattutto talento o facilità nella scrittura perché penso che prima ci vogliano competenze solide e una gran voglia di andare avanti anche quando scrivi per l’ennesima settimana l’ennesimo post di lavoro e ti sembra di aver tirato tutta la corda o quasi: una dose adeguata di perserveranza, compensi adeguati e poi nel tempo la capacità di scoprire quali sono le cose che ami di più scrivere e i clienti giusti con i quali farlo (io posso scrivere per mesi di cose tecnologiche ma andrei in pappa per partorire un solo post che parli di viaggio), sono le strade che portano a un lavoro tanto faticoso quanto bello.

A proposito di perseveranza, naturalmente è tutto molto più complicato di così.

*non è nemmeno questione di velocità nella scrittura come metro per stabilire quanto pagare un web writer, questo però è un altro discorso.

Daniela Scapoli

Web Content writer
Contenuti scritti per il web

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