Una volta, al liceo, una mia compagna disse in giro che ero molto brava in inglese perché lei aveva visto a casa mia un sacco di libri di esercizi completati da cima a fondo, come a dire che da qualche parte quella bravura doveva pur spuntare fuori. Non era vero e a chi mi riportò il pettegolezzo dissi che si era inventata tutto, e che in fondo non c’era nulla di male se a me l’inglese veniva così, benissimo senza alcuno sforzo particolare.
Con il senno di poi, avrei dovuto lasciarla dire e insistere sul fatto che ero brava proprio perché l’inglese lo avevo studiato e avevo riempito quaderni di esercizi ma, quando hai 16 o 17 anni, secchiona è l’unica cosa che non vuoi sembrare. Adesso mi fa sentire le stesse strane vibrazioni il pensiero che per diventare bravi web writer serva per prima cosa il talento e poi più o meno tutto venga da sé. La conseguenza diretta di questo ragionamento porta dalle parti del ma in fondo cosa ci metti*.
Secondo me più siamo, meglio è, quindi incoraggio chi ha in mente di darsi al web writing, business writing o altro, a farlo senza indugio, soprattutto adesso che con Internet c’è la possibilità di crearsi una formazione di alto livello in gran parte gratis. Scoraggio però il pensiero che ci voglia soprattutto talento o facilità nella scrittura perché penso che prima ci vogliano competenze solide e una gran voglia di andare avanti anche quando scrivi per l’ennesima settimana l’ennesimo post di lavoro e ti sembra di aver tirato tutta la corda o quasi: una dose adeguata di perserveranza, compensi adeguati e poi nel tempo la capacità di scoprire quali sono le cose che ami di più scrivere e i clienti giusti con i quali farlo (io posso scrivere per mesi di cose tecnologiche ma andrei in pappa per partorire un solo post che parli di viaggio), sono le strade che portano a un lavoro tanto faticoso quanto bello.
A proposito di perseveranza, naturalmente è tutto molto più complicato di così.
*non è nemmeno questione di velocità nella scrittura come metro per stabilire quanto pagare un web writer, questo però è un altro discorso.